QUESTO E' IL TERRITORIO MESSO IN PERICOLO

 

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Cap.3

3. Gli interessi in gioco

Cerco di spiegare quali sono gli interessi in gioco.

3.1 Quanto conviene la escavazione in alveo

Nella attività di estrazione di ghiaia dall'alveo lavorano 4 chiatte, due della ditta Burlini, e due delle ditte Campolonghi (ora denominata Inerti Piacenza) e Vidi.
Ogni chiatta può caricare, a seconda della sua dimensione, tra i 250 e i 400 mc, ed in una giornata può fare da 3 a 5 viaggi (senza contare la notte).
Faccio un primo calcolo in base alla ipotesi che due chiatte hanno una capacità di carico di 400 mc e le altre due di 250 mc.
Ciascuna delle due chiatte da 250 mc può quindi prelevare dall'alveo tra i 750 e i 1.250 mc al giorno a seconda che faccia 3 o 5 viaggi; quelle da 400 mc possono prelevare ciascuna tra i 1.200 ed i 2.000 mc al giorno.
In totale le 4 chiatte possono quindi prelevare da 3.900 a 6.500 mc al giorno: moltiplicando per (solo) 200 giorni all'anno si ha una capacità totale di prelievo di inerti tra 780.000 ed i 1.300.000 mc all'anno.

Normalmente un cavatore che vuole estrarre ghiaia da una cava autorizzata deve pagare tra i 2,5 ed i 3,5 euro al proprietario del terreno, e da 0,5 a un euro al Comune.
La estrazione da una cava normale è poi molto più costosa, visto che la ghiaia si trova normalmente a oltre 10 metri di profondità.
Estraendo nell'alveo si risparmia il costo del procedimento denominato "lavatura" e si hanno minori costi generali (non si devono fare progetti e analisi geologiche, non si deve impiantare un cantiere con le relative prescrizioni sulla sicurezza), alla fine non si deve spendere nulla per il ricupero ambientale del sito, e sono ridotti di parecchio i costi di trasporto; e poi l'inerte che si trova nell'alveo è unanimemente giudicato di migliore qualità e quindi di maggior valore...

Si può quindi ragionevolmente ritenere che il minor costo (e quindi il vantaggio economico) della escavazione in alveo rispetto ad una normale cava sita in campagna sia tra i 5,5 ed i 6,5 euro al metro cubo; moltiplicando per i metri cubi di cui sopra si arriva a una cifra compresa tra 4.290.000 e 8.450.000 euro all'anno, cioè tra 8,3 e 16,3 miliardi di vecchie lire all'anno.
La escavazione in alveo è in corso da circa quattro anni e mezzo, cioè da quando (primavera del 2002) è stata autorizzato definitivamente l'attracco e la formazione di un canale per accedervi (vedi in seguito al punto 5.7): quindi i milioni di euro diventano da un minimo di 19,3 a un massimo di 38, e i miliardi da un minimo di 37 a un massimo di 73.
Anche considerando solo i valori minimi di cui sopra (e cioè immaginando che tutte le 4 chiatte abbiano la capacità di carico di solo 250 mc, facciano solo 3 viaggi al giorno e nessuno di notte , e che il beneficio economico rispetto ad una cava regolare sia di solo 5,5 euro al mc), il guadagno sarebbe di circa 3,3 milioni di euro, pari a circa 6,5 miliardi di vecchie lire all’anno, che per quattro anni e mezzo fa 14,85 milioni di euro, pari a circa 28 miliardi di vecchie lire...

La conclusione è che la escavazione in alveo conviene, e molto.

Questi numeri rappresentano la convenienza (rappresentata dal minor costo, senza contare il maggior valore dell'inerte scavato) che si ha nello scavare in alveo invece che in una cava autorizzata, a parità degli altri costi.
Non si considera invece il guadagno (lecito) costituito dalla vagliatura, commercializzazione e trasporto degli inerti nei cantieri dei clienti.

Intendiamoci, io penso che non c'è niente di male nel fatto che una impresa guadagni: ci mancherebbe altro.
E' però inaccettabile che per realizzare dei guadagni si svolga una attività abusiva facendo correre un rischio terribile a migliaia di persone.
Anche se il rischio fosse minimo (e purtroppo non lo è) non ha senso correrlo.

 

3.2 Quanto costa una chiatta

Una chiatta costa tra 400.000 euro (una chiatta usata con capacità di carico di 250 mc) e 1.400.000 euro (una chiatta nuova con capacità di carico di 400 mc);
Come per tutte le attrezzature usate nelle attività industriali, ha senso fare l'investimento se la attività paga l'ammortamento dello stesso e se, dopo l'ammortamento e gli altri costi legati alla attività, l'impresa realizza anche un utile.

Dalla relazione del dr. Bobbio (incaricato dal Comune di Senna) del marzo 2005 (All.D31) risulta che, dopo la definitiva autorizzazione della Provincia del 19.04.2002 e fino al marzo 2005, e cioè in circa tre anni, sono stati asportati meno di 10.000 mc. nella bonifica agraria del Botterone (per portare via questa quantità bastano pochi giorni).
La autorizzazione prevedeva la rimozione di meno di 150.000 mc
Il quantitativo autorizzato (e a maggior ragione quello - ridicolo - effettivamente asportato) non è assolutamente sufficiente a pagare neanche una piccola quota del costo anche di una sola chiatta.

I quantitativi che era invece possibile prelevare in alveo coprirebbero invece l'ammortamento delle chiatte, e lascerebbero un ampio margine di guadagno.

I numeri indicano quindi che, facendo la "bonifica agraria" e trasportando via fiume il materiale scavato si perderebbero soldi, mentre se ne guadagnerebbero, e molti, scavando in alveo.

I filmati reperibili in questo sito dimostrano che la escavazione in alveo è stata fatta, anche lontano dal luogo in cui era stato autorizzato lo scavo di un canale in alveo, e anche alcuni mesi dopo che era stata revocata la autorizzazione alla bonifica (la autorizzazione a scavare il canale era strettamente legata alla bonifica agraria, ed era limitata a poche migliaia di mc che dovevano essere depositati sempre nell'alveo, e non asportati dallo stesso).
Salvo prova contraria, che mi impegno a pubblicare in questo sito, questa escavazione è da ritenere abusiva.
Che sia pericolosa non lo dico io, lo dicono gli esperti.
Che i politici siano stati più volte - ma inutilmente - allertati sul problema è dimostrato dai documenti reperibili nel sito.

Cap.3
RELAZIONE INTRODUTTIVA

 

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