QUESTO E' IL TERRITORIO MESSO IN PERICOLO

 

Home Home
 
   
Cap.2

2. Introduzione

Da anni sono in corso lavori che mettono in pericolo l'argine sinistro del Po a Senna Lodigiana e quello del Lambro a Orio Litta; anche l'argine destro del Po, quello sulla sponda piacentina, è a rischio.
Se l'argine cedesse, sarebbe una tragedia: il territorio dei Comuni di Orio Litta, Senna Lodigiana, Ospedaletto Lodigiano, Somaglia, Fombio, Guardamiglio, San Rocco al Porto, San Fiorano, Santo Stefano Lodigiano, Corno Giovine, Caselle Landi, Meleti, Castelnuovo Bocca d'Adda, Maccastorna, sarebbe sommerso: ci sarebbero gravissimi danni e forse anche delle vittime umane.
Anche il territorio dei Comuni di Calendasco e Rottofreno è a rischio, in quanto la erosione a seguito degli scavi in alveo di cui si riferisce nelle perizie (All.R01, All.R02, All.R03) potrebbe provocare lo smottamento dell'argine destro del fiume.

Questi lavori sono stati e sono fatti dalle ditte Burlini spa di San Colombano al Lambro, Inerti Piacenza di Rottofreno (subentrata alla Fratelli Campolonghi di San Nicolò) e Fratelli Romano e Sandro Vidi di Rottofreno;

Mi sono preoccupato inizialmente solo degli scavi al Botterone di Senna Lodigiana e degli scavi in alveo che mettono a rischio la mia azienda, sita immediatamente a valle.
Nell'approfondire il problema è emerso poi che il rischio non riguarda solo la mia proprietà, ma è ben più grave (riguarda infatti la sicurezza dell'intero Basso Lodigiano e del territorio sito sulla sponda destra).
Il rischio (che in questo caso non riguarda assolutamente la mia azienda) è provocato anche dalla vasca per itticoltura sita ad Orio Litta.

Queste operazioni hanno una caratteristica iniziale comune: un imprenditore che opera nel settore della escavazione di inerti chiede di poter fare scavi finalizzati ad una attività agricola; nonostante questa evidente anomalia, le autorità autorizzano queste opere;

La richiesta di fare un allevamento di pesci pericolosamente vicino all'argine e ... di fianco ad un centro di vagliatura di inerti, e quella di fare una bonifica agraria in un tratto già a rischio della sponda del Po (entrambe fatte da cavatori e non da agricoltori) avrebbero dovuto essere valutate con una maggiore attenzione ai rischi per le persone e per il territorio, e quanto meno sarebbe stato doveroso e prudente porre in atto dei rigidissimi controlli, perché doveva sorgere il dubbio che i cavatori volessero fare delle cave e non delle attività agricole...
E' successo invece l'esatto contrario: una certa leggerezza e la mancata valutazione del rischio territoriale nel concedere i permessi, e (almeno per quanto riguarda la bonifica agraria al Botterone) nessun efficace controllo.
Si è poi puntualmente verificato quanto avevo previsto - nel febbraio del 2001 - in una mia allarmata segnalazione, documentata già allora con la relazione di un esperto di idraulica.
La documentazione inserita in questo sito dimostra sia l'esistenza di rischi connessi alle attività autorizzate (i permessi non dovevano essere rilasciati...), sia la esistenza di attività non autorizzate che aumentano i rischi stessi.

I documenti più significativi sono delle relazioni scritte da esperti di ingegneria idraulica: una autorevole documentazione tecnica e scientifica è infatti necessaria per dimostrare a tutti che le mie non sono parole al vento.
La prima relazione (All.R01) è di un ingegnere che per tutta la vita si è occupato di idraulica, ed è stata presentata nel 2001 (e del tutto ignorata); seguono ora le relazioni di esperti al massimo livello, e cioè di docenti delle Università di Milano e di Pavia (All.R02 e All.R03).
Nella Relazione fatta cinque anni fa (All.R01 capitolo 5) e in una di quelle fatte nelle ultime settimane (All.R02 a pag. 14) sono contenute anche considerazioni su cosa è, come si fa, e in che tempi si fa una bonifica agraria.
Visto come sono poi andate le cose (a quasi cinque anni di distanza nemmeno un metro viene coltivato...), avevo ragione quando denunciavo (senza avere alcuna risposta) le reali intenzioni dei cavatori.

Le attività abusive denunciate sono documentate da fotografie e da filmati: si tratta di foto e film fatti in modo non professionale (i film sono un po' mossi) ma la prova è inequivocabile.

L'atteggiamento dei politici è documentato dalla corrispondenza consultabile nel sito.

Riassumo qui le conclusioni della relazione degli ingegneri Mambretti (ricercatore al Politecnico di Milano) e Pianta, esperti di Ingegneria Idraulica, che si trovano alle pagine 15 e 16 della loro relazione (All.R02):
" ... I lavori effettuati hanno aumentato il rischio territoriale.
I rischi per il territorio sono i seguenti:
1) Creazione di un nuovo alveo parallelo all'argine maestro del Po in località Botterone del Comune di Senna Lodigiana con conseguente:
- rischio di smottamento e conseguente rottura dell'argine del Po;
- rischio di isolamento dei terreni golenali oggi in sponda sinistra;
2) Sifonamento e conseguente smottamento dell'argine del Lambro in Comune di Orio Litta, dove è stato creato il bacino per itticoltura;
3) Erosione e conseguente rischio di crollo delle pile dei ponti siti a valle (rischio questo tanto più lontano nel tempo quanto più i ponti sono lontani);
4) Erosione delle proprietà site a valle..."

Le fotografie, i documenti ed i filmati dimostrano senza alcun dubbio che la "bonifica agraria" si è trasformata in una vera e propria cava, e che è in atto una sistematica attività di escavazione direttamente nell'alveo del fiume.
Quindi là dove gli esperti di idraulica proseguono scrivendo che ..."I rischi sarebbero maggiori, e il piano di interventi dovrebbe essere adeguato agli stessi, qualora fosse vero quanto riferito circa gli scavi profondi nella zona della bonifica agraria e gli scavi in alveo"...
si può leggere
..."I rischi sono maggiori e il piano di interventi deve essere adeguato agli stessi, essendo stato provato che sono stati fatti scavi profondi nella zona della bonifica agraria e che si è scavato e si scava tuttora nell'alveo"...

Nella relazione (All.R03) dell'ing. Ghilardi, professore di ingegneria idraulica a Pavia, si legge nelle conclusioni (a pag. 13) che "movimenti di terra nei terreni vicini e scavi in alveo aumentano il rischio di erosione della fascia di salvaguardia ... è appena il caso di ricordare che il rischio di cedimento dell'argine maestro verrebbe senza ombra di dubbio gravemente amplificato dalla erosione della fascia stessa" . La fascia di salvaguardia cui accenna il prof. Ghilardi è qualificata tale in quanto serve a garantire la stabilità dell'argine, e nella stessa "risulta incompatibile la divagazione dell'alveo inciso" (pag. 11 della relazione Ghilardi, in cui si citano documenti ufficiali).

Le perizie concordano su un dato: gli scavi in alveo e i movimenti di terra in prossimità della sponda mettono a rischio non solo la golena ma lo stesso argine, tanto più che la zona degli scavi (sia in golena che in alveo) è di per sé molto delicata (come risulta dalla relazione Ghilardi) perché è sita nella zona concava del meandro, vicino alla fascia di salvaguardia dell'argine e non esistono difese spondali.
Nella perizia Mambretti e Pianta si evidenzia anche il rischio di cedimento dell'argine del Lambro a seguito della creazione del "bacino per itticoltura". C'era proprio bisogno di autorizzarlo così vicino all'argine?

Non mi soffermo ulteriormente sulle perizie, che possono essere consultate nel sito.

Le attività pericolose (e vietate) di scavo in alveo e in golena sono in atto da tempo, e nessuno di coloro che potevano sospenderle (in particolare il Sindaco di Senna Zanoni e l'Assessore Provinciale Sanna) ha ritenuto di intervenire, nonostante le mie ripetute denuncie.
La sospensione dei lavori di bonifica agraria è stata ordinata con un anno di ritardo, quando il danno era ormai fatto, e nessuno si è preoccupato di fare cessare gli scavi in alveo.

Avrei volentieri evitato di lanciare questo allarme, e non avevo alcun personale nemico da attaccare.
Una delle ditte citate è stata addirittura, per oltre 15 anni, cliente del mio studio.
Chiunque può capire che questo non è un attacco, ma una difesa della legalità, della sicurezza di tutti e - perché no - dei miei legittimi interessi di proprietario di un fondo vicino.
Qualche nemico me lo procurerò invece con questa denuncia, sopratutto tra i politici: infatti il giudizio più benevolo che chi entra in questo sito può dare di quelli qui citati è che sono disattenti per quanto riguarda la sicurezza del territorio e delle persone che lo abitano.
Ma quando mi è apparso evidente che si rischia una tragedia ho deciso che era non solo mio diritto, ma anche mio dovere, fare quello che sto facendo.
Se poi quanto qui documentato implichi anche una responsabilità penale, sarà ovviamente la Magistratura a deciderlo.
Alla Magistratura infatti quanto qui riportato è stato denunciato.

Da anni cerco in tutti i modi - con lettere, relazioni, incontri con i politici - di convincere chi poteva intervenire (il precedente Sindaco di Senna Lodigiana, Danova; l'attuale Sindaco di Senna Lodigiana, Zanoni; l'Assessore di Senna Lodigiana, Premoli; l'Assessore Provinciale, dottoressa Sanna) a fare cessare questi pericolosi abusi.

La risposta, quando c'è stata, è sempre stata di tipo burocratico: non è competenza mia ... io non ero d'accordo ma altri hanno autorizzato ... la legge non mi consente di fare niente di più di quello che ho fatto ... ci sono relazioni che dicono che ... ecc. ecc.
La richiesta dei documenti che avevo il diritto di consultare è stata in buona parte non soddisfatta, legittimando tutti i dubbi connessi alla mancanza di trasparenza.
E' interessante anche leggere i provvedimenti autorizzativi rilasciati: ciascuno cerca di limitare la propria responsabilità, scrive che si occupa solo un aspetto del problema, pone condizioni precise (che nessuno si preoccuperà di fare rispettare), affida ad altri i controlli...
Provate a leggere in proposito la autorizzazione alla Bonifica (All.D01) rilasciata dalla Provincia, il nulla osta idraulico del 27.02.02 (All.D14) e la autorizzazione a scavare il canale (All.D15) entrambe rilasciate dall'AIPO.

Da anni segnalo i gravi rischi che qui documento.
Sono sempre stato trattato come un rompiscatole e non mi risulta che qualcuno abbia controllato che le mie segnalazioni avessero qualche fondamento.

Nessuno si è posto il problema di tutelare il legittimo interesse dei proprietari dei fondi a valle, e quello ovviamente ancora più importante della sicurezza del territorio e delle persone.

Cap.2
RELAZIONE INTRODUTTIVA

 

powered by Wintech S.r.l.